La storia del corpo del Papa che scoppiò durante le esequie non è un racconto splatter blasfemo ma un fatto storico e documentato.
Negli ultimi giorni tutti hanno visto immagini della salma di Benedetto XVI esposta al pubblico in semi-imbalsamazione. Il corpo del Papa emerito è stato trattato secondo un’antica consuetudine vaticana: quella della tanatoprassi.
Per tanatoprassi si intende l’insieme di varie procedure estetiche agite sulle salme prima delle esequie, per conservarle integre il più a lungo possibile. Oggi queste tecniche sono consolidate e più o meno sicure, ma fino a pochi anni fa erano sperimentazioni spesso pericolose.
E qui è possibile introdurre la storia del Papa che scoppiò. Il pontefice era Papa Pio XII, noto anche come Papa Pacelli, il Santo Padre in carica durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche se spesso criticato, Pio XII si adoperò per salvare molti ebrei, aprendo il Vaticano ai rifugiati e esortando i vescovi d’Europa a fare altrettanto in ogni chiesa.
Nell’autunno del 1958, la salute di Papa Pacelli cominciò a peggiorare. A curare il pontefice c’era anche Riccardo Galeazzi Lisi, archiatra, cioè il medico di corte, che in precedenza era stato allontanato dallo stesso Pacelli dal Vaticano. Perché? Pare che Lisi avesse venduto ai giornali notizie sulla salute del pontefice.
Galeazzi Lisi tornò però dal Papa nelle ultime ore della malattia. Nella notte del 5 ottobre 1958, Pacelli venne colto da un’ischemia e finì in un stato comatoso.
Mentre il pontefice giaceva intubato in stato di semicoscienza, Lisi scattò con una polaroid una ventina di fotografie che poi cedette al rotocalco Paris Match.
Quando il corpo di Papa Pacelli scoppiò
Il 6 ottobre il pontefice riprese miracolosamente conoscenza, ma l’8 ottobre peggiorò di nuovo per via di una crisi cardio-circolatoria, quindi morì nella mattinata del 9 ottobre. Pochi giorni dopo il corpo del Papa scoppiò. E tutto per colpa di Lisi.
Galeazzi Lisi si fece avanti per praticare alcune procedure di imbalsamazione da lui stesso ideate e più volte definite come “rivoluzionarie”. Pare che lo stesso Pacelli avesse dato il suo beneplacito prima di morire a essere trattato dal Lisi.
Così Lisi avvolse la salma in alcuni strati di cellophane dopo averla trattata con erbe aromatiche, spezie varie ed essenze naturali. Prodotti che secondo Lisi erano stati utilizzati per i funerali di Gesù Cristo.
L’impacco di nylon si dimostrò inadatto a conservare la salma. E, peggio ancora, ne accelerò il decadimento! Così, non appena il corpo venne esposto a Castel Gandolfo, tutti si accorsero che il cadavere era prossimo alla decomposizione.
Presto la salma cominciò a gonfiarsi nella zona del ventre a causa dei gas provocati durante la decomposizione accelerata. Il viso si ingrigì e dalla bocca del Papa cominciò a colare del liquame scuro. Un odore nauseabondo contaminò tutta la sala della veglia.
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Dopo la veglia a Castel Gandolfo, il corpo del Papa era pronto per essere esposto per l’omaggio dei fedeli. Durante il trasporto verso la Basilica di San Pietro tuttavia, il corpo di Pio XII emise un terribile scoppio che provocò l’esplosione del torace e lo squarciarsi del petto. Sì, il Papa scoppiò sotto gli occhi di tutti!