La Vita Bugiarda degli Adulti è una storia di formazione che però ha lasciato gli spettatori con l’amaro in bocca: il finale spiegato.
La recentissima serie di Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante ha tenuto incollati agli schermi milioni di spettatori. La vicenda di Giannina, divisa tra l’appartenenza alla Napoli borghese e l’amore per quella “bassa” e viscerale in cui vive la zia, è profonda e appassionante.
Quello della protagonista è in tutto e per tutto un viaggio alla scoperta della propria identità, che da una parte si definisce per differenze (rispetto ai suoi genitori, alle amiche che vivono a Posillipo, ai compagni di classe) e dall’altra per similitudini inaspettate.
L’episodio che innesca il viaggio di Giannina è infatti quello in cui suo padre dice alla madre, credendo di non essere sentito dalla figlia, che Giannina assomiglia fin troppo a Vittoria.
Vittoria è la zia scapestrata e violenta, imprevedibile e cattiva che il padre ha allontanato in ogni modo per tenere la famiglia al sicuro.
Curiosa di conoscere questa zia a cui tanto assomiglierebbe, Giannina punta i piedi con un’insistenza tipica dell’adolescenza e finisce per incontrarla. Da quel punto le cose cominciano a cambiare drasticamente.
Dopo aver incontrato la zia e aver conosciuto il suo mondo violento, sanguigno e viscerale, fatto di amori folli e tradimenti, Giannina comincia a cambiare radicalmente.
Tutte le sue azioni e tutte le scelte che compirà nel corso degli ultimi episodi sembrano volti a lasciarsi alle spalle l’infanzia e l’innocenza, che sembrano essere ormai qualcosa di estraneo, soltanto un peso di cui liberarsi.
Dopo aver detto addio alla se stessa bambina, dopo essersi lasciata alle spalle l’ipocrisia dei suoi genitori e l’illogicità di Zia Vittoria, Giannina decide di fare a meno della “vita bugiarda degli adulti”.
Mentre lei compie il suo percorso, un altro personaggio sta compiendo un percorso parallelo con lo stesso significato. Anche l’amica scrittrice, quella che era stata testimone dei segreti più inconfessabili dell’infanzia di Giannina, ha deciso di lasciarsi alle spalle l’innocenza e la vita di prima.
Per questo motivo le due si mettono in viaggio da sole all’insaputa delle loro famiglie e si dirigono a Venezia. Perché Venezia? Perché lì è fuggito Tonino, l’alter ego maschile di Giannina. Troppo educato, troppo rispettoso, troppo serio per una città che rispetta soltanto la violenza, Tonino dice a Giannina “tu mi capisci”.
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Proprio per questa similitudine Giannina tra lei e Tonino Giannina decide di raggiungerlo in una città di cui non sa nulla, in cui non conosce nessuno se non lui. Giannina e Ida vanno insieme a Venezia praticamente disarmate ma consapevoli che devono allontanarsi da Napoli, proprio come gli adolescenti che non sanno cosa li aspetterà in futuro, ma sanno che quella di diventare adulti è l’unica scelta possibile.
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