Il Napoli di Kvaratskhelia e Osimhen fa tornare in mente la favola della Samp di Vialli e Mancini. Perché le due squadre sono simili?
Dopo la morte recentissima di Gianluca Vialli tutti gli appassionati di sport, anche quelli più giovani, hanno riscoperto la memorabile stagione dei Gemelli del Goal.
Si tratta del soprannome che venne affibbiato a Gianluca Vialli e Roberto Mancini durante le gloriosa stagione in cui i due riuscirono a trascinare la Samp fino alla vetta della classifica.
Dopo la partita di ieri sera al Maradona, con la schiacciante vittoria del Napoli, è impossibile non notare le similitudini tra due rose che hanno la loro punta di diamante in due attaccanti fenomenali.
Kvaratskhelia e Osimhen come Vialli e Mancini: il Napoli ha diritto allo scudetto
Quella tra i gemelli del goal fu un’intesa istintiva, che si stabilì praticamente da subito. I due, come hanno avuto modo di dichiarare in moltissime interviste, si trovavano sempre sul campo.
Vialli aveva sempre scherzato sul fatto che Mancini non era riuscito a fare decine di assist per la precisione dei suoi passaggi, ma solo grazie al fatto che lui, Vialli, era in grado di trasformare in goal anche la palla arrivata più storta.
Ovviamente era uno scherzo tra amici fraterni che non aveva il sapore dell’offesa, e i napoletano possono soltanto sperare che tra i loro Kvaratskhelia e Osimhen si stabilisca con il tempo lo stesso rapporto.
Proprio Osimhen ha avuto l’ardire e l’onore di segnare il primo goal del match contro la Juve. Anche quello a suo modo era un goal storico, dal momento che prima di quel pallone la difesa juventina era rimasta imbattuta per otto match consecutivi.
Da quel momento il Napoli si è rivelato inarrestabile e la reazione della Juve è stata giudicata, dai commentatori più crudeli, “floscia e senza onore”.
A difesa della Juve, se si vuole essere davvero sportivi, si deve ammettere che la forza fisica di Osimhen e il suo enorme talento da centravanti sono state armi potentissime contro lo schieramento bianconero.
E Kvaratskhelia? Tutto ciò che la Juve ha tentato di costruire a partire dall’out sinistro del Napoli è stato completamente distrutto dall’irruenza del georgiano.
È stato lui a servire il pallone del primo goal a Osimhen con una mezza rovesciata ed è stato lui a marcare il secondo goal su passaggio dello stesso Osimhen, ed è stato sempre lui a effettuare il passaggio preciso al millimetro con cui Osimhen ha messo in rete il pallone del 4 a 0.
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Equilibrio, fantasia, intuizione e affinità elettive: la ricetta perfetta per portare a casa il trionfo (e probabilmente un meritatissimo scudetto).