Assicurazione sociale e lavoro occasionale: è possibile una compatibilità? L’indennità relativa alla disoccupazione Naspi viene erogata su domanda dell’interessato.
Spetta a tutti i lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso (involontariamente) l’occupazione. E tale indennità mensile non è sempre cumulabile con i profitti di lavori extra.
In generale, il lavoro occasionale può essere compatibile con la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Tuttavia non tutti i tipi di prestazioni lavorative occasionali permettono di mantenere la citata indennità.
Secondo l’ordinamento vigente, i beneficiari della disoccupazione Naspi possono svolgere attività lavorative sia come dipendenti che come autonomi. In alcuni casi questo lavoro è del tutto cumulabile con l’indennità. In altri casi, invece, i redditi percepiti comportano una riduzione variabile o la sospensione totale dell’assegno mensile.
Cosa importante: non è nemmeno sempre obbligatorio dichiarare all’INPS che si sta svolgendo un lavoro. I casi da prendere in considerazione sono quelli della prestazione occasionale e del lavoro occasionale autonomo.
La prestazione occasionale riguarda i cosiddetti PrestO, ovvero i vecchi voucher, per pagare i lavoratori saltuari nel rispetto di determinate tariffe retributive e di alcuni limiti economici annui.
E capita spesso che aziende, amministrazioni, professionisti, autonomi, fondazioni e imprese agricole usino i PrestO per salariare i propri lavoratori. La condizione è che il lavoratore incassi meno di 5.000 euro nel corso di un anno civile. E che lo stesso soggetto non possa rendere prestazioni a favore di un solo datore per importi sopra i 2.500 euro.
Questi redditi sono del tutto cumulabili con la Naspi. Quindi i compensi percepiti con i PrestO non incidono sullo stato di disoccupazione. E in pratica, se il soggetto è beneficiario dell’indennità di disoccupazione, potrà svolgere prestazioni di lavoro occasionale fino a 5.000 euro annui: entro tale limite, l’indennità è interamente cumulabile con i compensi. Che significa? Che l’assegno non sarà ridotto o sospeso.
In più, il soggetto non è tenuto a comunicare nulla all’INPS circa le informazioni sul compenso derivante da tale attività.
Le cose cambiano con il lavoro autonomo occasionale. Questo tipo di lavoro, a differenza della prestazione occasionale, dal punto di vista contributivo e legale, è caratterizzato dalla mancanza di subordinazione e di coordinamento da parte di un committente. Quindi è un lavoro autonomo. Per la precisione, un lavoro autonomo agevolato per la tassazione e la contribuzione.
Tali agevolazioni derivano infatti dall’occasionalità e sono riconosciute soltanto se la prestazione offerta non diventa abituale.
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L’autonomo è dunque compatibile con la Naspi se il compenso annuo non supera i 4.800 euro. E ogni prestazione va fatturata e dunque dichiarata all’INPS.
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