Il bidet si usa praticamente solo in Italia, quindi perché ha un nome francese se i nostri cugini d’oltralpe non lo usano? Il mistero ha origine a Napoli.
Nel corso della sua lunga e travagliata storia, la città di Napoli ha subito molte dominazioni straniere. Proprio a una di esse, e in particolare a quella austriaca si deve l’introduzione di questo particolare servizio igienico.
A chiedere che il sedile di porcellana per lavare le parti intime venisse installato nei suoi appartamenti privati fu la regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena.
All’epoca il bidet era stato inventato e introdotto in Francia e utilizzato anche dall’alta borghesia e dalla nobiltà. La chiesa però ne condannò l’utilizzo a causa del fatto che per lavare le parti intime fosse necessario stimolarle e quindi il bidet avrebbe potuto “indurre in tentazione” i fedeli.
Oltre a questo si pensava che solo le prostitute avessero necessità di lavare i propri genitali e quindi di certo il bidet non era un oggetto adatto alle persone per bene, men che meno alla nobiltà.
A causa dell’opposizione della Chiesa il bidet andò rapidamente in disuso ma aveva fatto a tempo a raggiungere la reggia di Caserta, dove la Regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena chiese che venisse installato nei suoi appartamenti privati.
Nonostante il fatto che il Sud Italia fosse profondamente cattolico, la società Settecentesca napoletana teneva moltissimo alla pulizia, all’igiene e al decoro personale.
Per questo motivo, nonostante le critiche e le condanne che venivano dagli ambiti ecclesiastici, il bidet continuò a essere utilizzato e si diffuse in maniera sempre più capillare mentre in Francia venne rapidamente abbandonato.
Nonostante tutto però il nome di questo piccolo sedile rimase francese perché era ormai entrato nel linguaggio comune. Pare che il nome derivasse da quello di un piccolo cavallo di razza francese ormai estinta, il bidetto.
Date le sue ridotte dimensioni e dato che, per lavarsi, si dovesse montare a cavalcioni della vasca di ceramica per la gente dell’epoca le similitudini con il cavallo erano evidenti e diedero luogo anche ad allusioni e giochi di parole.
Un’ultima curiosità: quando i Savoia arrivarono a Napoli a seguito dell’Unità d’Italia e cominciarono a fare un inventario dei beni del Regno, non avevano idea di cosa fosse il bidet.
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Per questo motivo, dovendo trovare un modo per descriverlo, scrissero nei propri registri che si trattava di uno “strano oggetto a forma di chitarra”.
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