Nel prodotto confezionato da un famoso è stato trovato troppo funghicida: il riso risulta potenzialmente cancerogeno.
La coltivazione del riso è una delle più antiche a cui l’umanità si è dedicata nel corso della sua storia. Naturalmente le tecniche e le conoscenze in merito alla sua coltivazione si sono evolute con il tempo e alcune sostanze, prima utilizzate, oggi sono considerate pericolose.
Tra queste vi è il triciclazolo, un funghicida che si utilizza per combattere le infezioni fungine non solo nelle coltivazioni di riso ma in moltissimi raccolti agricoli.
Secondo l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA), il triciclazolo è classificato come possibilmente cancerogeno per gli esseri umani a causa di alcuni studi che hanno mostrato un aumento del rischio di tumori del sangue in alcuni animali esposti al composto.
L’EPA raccomanda anche di evitare l’esposizione eccessiva al triciclazolo perché può causare irritazione agli occhi e alle vie respiratorie, nonché danni al fegato e ai reni.
Per questo motivo sono state fissate delle quantità massime in cui il triciclazolo può essere presente nei prodotti confezionati e venduti sul mercato.
In questi giorni il Ministero della Salute ha segnalato che in alcuni lotti di produzione di una nota marca di riso sono stati individuate quantità eccessive, quindi pericolose, di questo funghicida.
Marchio e lotti del riso potenzialmente cancerogeno
I lotti di riso che non hanno superato i controlli di sicurezza del Ministero della Salute sono prodotti da Curtiriso e si tratta del Riso Vialone Nano, che si utilizza soprattutto per preparare risotti.
Le confezioni contaminate sono confezioni da 1 Kg, divise in due confezioni più piccole da 500 grammi sottovuoto.
Il lotto di produzione è indicato dalla sigla P22101164 e la data di scadenza attribuita a questo prodotto è il 18/10/2024.
Cosa fare se abbiamo acquistato il riso contaminato?
La raccomandazione del Ministero della Sanità è di non consumare il prodotto presente nelle confezioni che appartengono al lotto contaminato.
La scelta migliore è riportare le scatole al punto vendita dove sono state acquistate, segnalando il motivo per cui le si sta restituendo. Il punto vendita si incaricherà del loro ritiro e della loro distruzione, mentre al cliente verrà consegnata una scatola dello stesso prodotto ma appartenente a un lotto di produzione sicuro.
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In alternativa è possibile semplicemente buttare il riso potenzialmente pericoloso.