ciiudiIl Napoli è stato escluso dallo scandalo delle plusvalenze. Ma quali sono le motivazioni della Procura che hanno portato alla condanna della Juve e all’esclusione dalla penalizzazione per tutte le altre squadre sotto inchiesta?
Dopo l’inchiesta Prisma, la Juve ha subito 15 punti di penalizzazione. E subito i tifosi bianconeri sono insorti, parlando di disparità di giudizio. Si è puntato per esempio il dito contro il Napoli e le plusvalenze “gonfiate” di alcuni calciatori che hanno portato i partenopei all’acquisto di Victor Osimhen.
Nelle trentasette pagine di motivazione della sentenza sulla penalizzazione della Juventus sono riportate anche le ragioni per cui la Procura non ha voluto sanzionare o penalizzare le altre società coinvolte.
Ecco che cosa si legge riguardo al Napoli: la Procura avrebbe “escluso dal ricorso la società SSC Napoli e la società AC Chievo Verona Srl, e i rispettivi dirigenti, per l’integrale assenza di operazioni di scambio dirette con la FC Juventus S.p.A.“. Quindi sia il Napoli che il Verona escono almeno parzialmente dall’inchiesta sulle plusvalenze. Le motivazioni vanno avanti spiegando che un “discorso diverso deve svolgersi per gli altri deferiti…“, cioè per le altre squadre coinvolte. Ma anche in questo caso, secondo i giudicanti, “non sussistono evidenze dimostrative specifiche che consentano di sostenere efficacemente l’accusa nei confronti delle società UC Sampdoria, FC Pro Vercelli 1892, Genoa CFC, Parma Calcio 1913, Pisa Sporting Club, Empoli FC, Novara Calcio e Delfino Pescara 1936“.
Le motivazioni che hanno spinto la Procura a non penalizzare il Napoli per le plusvalenze
“E tanto meno appare possibile sostenere che vi sia stata (come sostenuto nel deferimento) una sistematica alterazione di più bilanci“, si legge ancora, riguardo alla responsabilità sportiva delle altre squadre coinvolte nel caso Juve. “Le intercettazioni, i manoscritti (incluso il Libro Nero di FP), la documentazione acquisita dalla Procura della Repubblica di Torino non coinvolgono direttamente tali società“.
Secondo la Procura il reale valore dei giocatori ceduti per mettere le mani al nigeriano era pari a 470.000 euro. Con plusvalenze fittizie per 19,3 milioni. Per arrivare a Osimhen, il Napoli cedette in Francia alcuni giovani. Cioè Ciro Palmieri (al prezzo di 7 milioni, anche se aveva un valore di 100.000 euro). Poi, Luigi Liguori e Claudio Manzi (4 milioni di valore per il Napoli e 100 mila per la Procura). E, infine, Orestis Karnezis (5 milioni e passa per il club e 500.000 per la Procura). Ma, alla fine, i giudici non hanno punito il club di De Laurentiis e hanno escluso gli azzurri dall’inchiesta perché all’epoca si esaminava solo il caso del nigeriano, che non coinvolgeva la Juve.
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Nell’ottica giurisprudenziale e sportiva dell’inchiesta Prisma, quindi, non sono emersi nuovi fattori. L’idea è che le contropartite tecniche, anche se vendute a un prezzo maggiore, erano affiancate da un esborso reale di milioni. Erano insomma trattative che comunque non hanno modificato più di tanto la sostanza dell’affare che è stato pagato molto, cioè più di 50 milioni.