Si sa che la categoria dei lavoratori autonomi è quella che affronta la precarietà del lavoro, ma a loro disposizione ci sono dei nuovi sgravi fiscali.
Con l’arrivo della seconda parte del mese di maggio, di fatto, tutti i lavoratori autonomi iniziano a farsi i ‘cosiddetti conti’ per capire realmente come siano andati gli ultimi nove mesi dal punto di vista lavorativo.
Questi conti stanno impegnando tantissimi italiani visto che, come riportato dal quotidiano ‘La Repubblica’, i lavoratori autonomi nel nostro Paese sono più di 4,5 milioni. Questa categoria, di fatto, è tra quelle che sicuramente affrontano la soprannominata ‘precarietà del lavoro di oggi’.
Proprio per tutti questi motivi, i lavoratori autonomi devono essere molto attenti a cercare di non farsi sfuggire dei sgravi fiscali. Per ‘aiutare’ questa categoria di lavoratori, la nostra redazione è andata ad analizzare dei possibili vantaggi economici che possono ottenere chi lavora in maniera indipendente.
Uno di questi bonus, come riportato dal portale italiano ‘fidocommercialista.it, è l’indennità ISCRO, il quale rappresenta uno dei sostegni più importanti per i lavoratori autonomi in Italia. L’indennità ISCRO, infatti, dà l’opportunità di fronteggiare situazioni di difficoltà finanziarie causate da una possibile perdita di fatturato.
Per usufruire di questo bonus bisogna essere iscritti alla gestione separata dell’INPS, possedere la partita IVA da almeno tre anni e non aver dichiarato un reddito non superiore ai 12 mila euro nell’anno precedente. L’importo dell’indennità, che viene elargita per sei mesi, varia dal minimo di 250 euro al massimo di 800 euro mensili. Il riconoscimento di tale bonus, però, è vincolato alla partecipazione di percorsi di aggiornamento professionali.
Altro bonus a cui si può usufruire è l’ON. L’Oltre Nuove Imprese a Tasso zero ha come obiettivo quello di sostenere le micro e piccole imprese nell’avvio e nello sviluppo delle loro attività, offrendo agevolazioni finanziarie che comprendono finanziamenti a tasso zero (la cui entità è di un massimo di 3 milioni di euro ) e contributo a fondo perduto.
Da segnalare anche i contributi che danno Cultura Crea 2.0 (che è un importante sostegno economico per le imprese che sono nel settori e culturali del Sud Italia) e Resto al Sud e Centro Italia. Quest’ultimo, che rivolge ad un’ampia platea di beneficiari (industria, artigianato, turismo, commercio ed altro), copre il 100% ( di cui il 50% è a fondo perduto) delle spese ammissibili che si sono sostenute nell’avvio e nello sviluppo dell’attività imprenditoriale.
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